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Bobi di Roberto Calasso

 

 

– Roberto Calasso, 2021 – Adelphi – pp. 97 – € 12,00.

Dove si narra di Roberto Bazlen, e si (F)rammenta sulla nascita di una delle case editrici più affascinanti del panorama editoriale italiano, dove si racconta dell’unicità dei libri unici e del campo gravitazionale dei libri, che attraggono, salvano e talvolta ci perdono anche.

«è molto difficile diventare una persona per bene io ci ho provato in questi ultimi giorni ma l’insuccesso è stato totale mi dispiace non per me che sarò bene in grado di superare anche questo ma per la mia famiglia che pure poteva pretendere qualcosa di più da una persona tanto intelligente come è mio figlio sarò anche molto intelligente ma non so scrivere a macchina e allora che me ne faccio di tutta la mia intelligenza questo è assolutamente verissimo assolutamente io sono e rimango un ibrido fra un bourgeois e un outsider due concetti che sono del tutto inconciliabili e se uno se li porta dentro entrambi non può diventare né l’uno né l’altro se non uccidendo una di queste due qualità ed è ciò che io intendo fare nei prossimi tempi vale a dire che voglio sopprimere alla radice l’intellettuale che c’è in me e quello che resterà sarà il bourgeois! Voilà». (Roberto Bazlen, su Bobi di Roberto Calasso, p.32 )

«Perché dico che la reazione contro la massa è una banalità? Perché lo è diventata. Che i primi che hanno capito il pericolo della massa e che per denunciarlo hanno trovato le prime parole, che erano loro, e le hanno dette con un tono loro e con un accento loro, non sono stati banali, è ovvio. Ma quelle parole si sono logorate, e ora sono nella bocca di un gregge antigregge che reagisce contro il mondo prefabbricato con reazioni prefabbricate, nel nostro caso con una terminologia prefabbricata che mi sembra più pericolosa di quella
della massa. Il pericolo per noi non è più la massa, con la quale non abbiamo nulla in comune; il pericolo è la massa antimassa con la quale volere o non volere qualcosa in comune ci resta» (Roberto Bazlen, in Bobi di Roberto Calasso, p.70)

«che per scrivere ho bisogno di bere, ma per bere mangiare, ma mangiare fa pesanti, e dunque malinconici, dunque bere senza mangiare, ma bere senza mangiare il vino va in testa e la mattina dopo me lo sento, e allora non posso scrivere, e cattiva coscienza perché non scrivo, e dunque non lettere, per lavorare, ma i lavori seccanti dunque dormire, ma dormito troppo, e già non dormire è una conquista, e dunque al cinematografo». (Roberto Bazlen, in Bobi di Roberto Calasso, p.90)

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