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Il calice

lettere

Sulle note di un pianoforte sfuma il giorno
e sale piano in cielo il mio respiro stanco
come incipit di un brindisi a salve
raccolgo parole e silenzi e li mescolo al vino
e sollevo il calice, un comune bicchiere
che scorgo migliore di quello che avrebbe da dire
e parole non ho per segnarmi al banchetto brillante
e scende il vuoto nell’anima ebbra e solatia
barcolla il resto di un mesto respiro e lascia
le ossa dolenti ed in bocca un sapore d’addio
come sa la brina prima che l’alba le sussurri d’alzarsi
e mescolo e mescolo e mescolo ancora il calice e gli occhi
che scorgo migliori di ciò che potrei rivedere
nelle allegre melanconie, insolenti, impettite, qui,
a chiudermi
intorno.

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