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Il compagno di Pavese

Il compagno
– Cesare Pavese, 1979 – Mondadori – pp. 196 – € 3.00 (mercatino).

Come quando un pensa che è stato bambino e dice: “L’avessi saputo. Potevo giocare”. Giovani incerti e confusi. Pronti a lasciarsi andare alla vita, inconsapevoli di ciò che la vita stessa possa dare, in quegli anni, in quel paese, sotto la cappa grigia che tutto ammanta e a ogni cosa toglie spiragli di luce. Il fascismo è un velo a coprire la vita e qualche giovane sparso per lo stivale spera di poterlo strappare quel velo, per ritornare ai colori della libertà. Pablo suona la chitarra, vive di bisboccia a Torino, conosce Amelio reso storpio da un incidente in moto. Il pudore del giovane Pablo lo spinge a far compagnia al misero Amelio, come pigione alla libertà ancora inesplorata. Conosce Linda, ragazza frequentata da Amelio e s’innamora; ma Linda è troppo emancipata per l’epoca, troppo poco avvezza ai legami stabili. Così Pablo arde nell’amore mancato e fugge verso Roma. Suona, vive di bisboccia, trova un lavoretto, incontra Gina, che s’innamora, incontra i compagni, vive la nascita del rigurgito al fascismo, il primo stadio di una resistenza che riuscirà, alla fine, negli anni a strappare quel velo che ogni cosa ammanta, e che talvolta si ripropone.

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