“Anime salve vuol dire spiriti solitari. E’ una specie di elogio della solitudine. Si sa, non tutti se la possono permettere: non se la possono permettere…
Lascia un CommentoMassimiliano Città Posts
Dentro una cassa o in un mobile d’ebano prezioso riporrò e conserverò gli abiti della mia vita. I vestiti azzurri. Poi, quelli rossi, i più…
Lascia un CommentoIn una piccola città al confine tra la Cina e il Tibet s’è appena concluso l’anno della scrofa. Come ogni anno, anche questo, s’è portato…
Lascia un CommentoCerte volte penso che tutto abbia avuto inizio da quel lancio di moneta. Il mio cammino, la curvatura della traiettoria che m’accompagna ancora, e tutto ciò che adesso sono e guardo nello specchio. Senza grandi entusiasmi, ma neppure laceranti delusioni.
Stavo lì, fermo sul passo, come spesse volte mi è accaduto. Giochicchiavo con una monetina, e ne soppesavo la consistenza. Quanto valore può avere un centesimo nella vita di un uomo, e quanto valore ha una menzogna? Quante vite puoi nasconderci dentro, dico dentro una menzogna, e quante altre puoi cancellarne d’un tratto?
Giochicchiavo col mio centesimo d’insignificante valore, e i miei pensieri. E ad ogni lancio una parola ed un pensiero venivano giù. Sulla mia mano, una mano povera, piccola per poter contenere tutto ciò che è stato.
Sono trascorsi mesi da quell’incontro. Adesso mi ritrovo al mattino a contare le ferite. In un cesso che sa di me più d’ogni angolo di questo monolocale. Rimango qui a fissarmi, come se non riuscissi a riconoscermi. Davanti ad uno specchio, misero, come gran parte delle cose che mi circondano. Ferite che lo specchio non mostra, che la gente non vede, che la gente non veda. Quelli dal buon parlare le definiscono lacerazioni, lacerazioni dell’animo. Io le chiamo rotture di coglioni, ovvio che loro non rispondano. Se ne stanno mute, zitte zitte dentro me, e piegano, come un’ulcera, quello che posso considerare spirito. Gravano i miei passi nel cammino quotidiano. Avrei potuto benissimo farne a meno, avrei voluto. Eppure accade talvolta di scivolare sulle proprie debolezze, e lei è stata la più fragile che m’abbia colto in fallo, fino adesso. Ok, col senno di poi avrei potuto adottare tutti i mezzi opportuni per rendermi immune alla sua vocina d’incanto, gli occhi languidi che mi scivolano lungo la figura, e come in un abbraccio virtuale mi avvicinavano a lei. E mi prendevano.
Riflessi e vite che non stanno in piedi più mentre la notte chiama, ma dimmi chi verrà? Nulla ho da dire al vecchio che tende verso me la mano del…
Lascia un CommentoNon ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e…
Lascia un CommentoPochi amici con cui tirare fino all’alba, una bottiglia di whisky, del buon blues e una puttana disponibile, forse mi eviterebbero di cercare lei. Ma…
Lascia un CommentoRiflessi di esistenze, tracce d’alcol evaporate in un sospiro, e fili di fumo, leggeri, che sorvolano i nostri destini.
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