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Da "Suonavamo Bene"


Era invece tempo di andare.
Tutti e cinque stipati in quel trabiccolo, ritrovato della tecnologia meccanica con una serie infinita di chilometri sulle spalle, sulle ruote, dipinti sulla carrozzeria, pronti a passare il colore di un viaggio sulla nostra pelle. Poche autostrade allora, poche adesso, il viaggio interminabile. Quel viaggio che almeno una volta nella vita è necessario intraprendere per sentire la brezza di un’aria diversa accarezzare i nostri capelli, e fanculo se capelli non avete più sulla testa, fateveli prestare, indossate un parrucca, qualcosa che si possa spettinare, qualcosa che possiate dire d’aver perso lungo il cammino.
Perché questo accade durante il viaggio, perdi qualcosa per ritrovarti.
La traiettoria di un viaggio da comprimere nelle memoria come una curva immaginaria di cui trattieni il capo e la fine, pur sapendo che tutto ciò che ci sta dentro non riuscirai a gestirlo per quel che è stato, neppure nel ricordo di una seduta ipnotica. L’hai perduto quell’insieme di punti, per ritrovarti al punto in cui te ne stai adesso a ricordare, o forse a vivere.
Ricordi d’aver vissuto, e forse sprechi il tuo tempo, e forse lo fai quando il presente non ti offre nulla di cui valga la pena raccontare, e forse allora ti rivedi allo specchio, miseramente fottuto dagli eventi, e forse non sei stato su quel trabiccolo insieme a noi. Con un mangianastri gracchiante che passa musica, alternando obbrobri a suoni che non smetteresti mai d’ascoltare. La voce di Jim che spinge oltre le porte di una percezione limitata all’esistenza comune di un vivere tra comuni, l’incedere elementare della chitarra di BB King, così elementare da spaccarti in due come una scopata sudata, naturale, che il buon dio c’ha concesso di vivere e ripetere se ne siamo in grado. La sua Lucille amoreggia da sempre e nell’amore perirà. E il rumore di fondo dello stridere di Hendrix, che se riesci ad ascoltarne l’anima avverti il respiro affannoso, quello stesso respiro che lo ha tradito condannandolo al silenzio. C’è gente egoista, che senza alcun rispetto brucia la sua vita senza curarsi del fatto che quella stessa vita, insignificante magari ai suoi occhi, tanto vale per la gente che si riflette in quel flebile bagliore. Ma la fiamma che più sale in alto, è noto, è quella destinata a spegnersi più in fretta.

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