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Tag: Viaggi

Le scale irte t'insegnano a salire


Scrivere di un viaggio è provare a rifarlo, magari evitando gli errori.
E forse scrivere della propria vita potrebbe essere la soluzione agli errori che verranno, ma so bene che non sanno leggersi dentro, dunque si presenterebbero davanti ai miei passi, invitandomi ad entrare.
Non è facile scrivere, figurarsi vivere.
Non lo è viaggiare. Per strade che hai conosciuto e t’hanno lasciato un particolare sapore, e d’improvviso ti ritrovi a percorrere cercando di gustarle per come ricordi, ma anche la vita è in cammino e non lascia sapori stantii, in quel caso si parla di morte, ma non sarà oggetto di questa narrazione.

Gonzo non arriva.
E alla seconda pinta il viaggiatore pensa bene di comporre il numero che a stento si riesce a leggere, aldilà del vetro. Dall’altra parte del telefono una voce roca risponde, dicendo che in pochi minuti giungerà davanti all’ostello fantasma. Qui mi preme dire che Gonzo sarà facilmente riconoscibile al lettore castelbuonese o affine. Per chi ha negli occhi Peppe Collesano, ecco, gli tolga i capelli, lo invecchi di una decina d’anni e avrà il Gonzo di Amsterdam. Faccendiere e tutto fare alla maniera del barbiere di Siviglia, per rimanere in tema.

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E attendere Gonzo, si sa, chiunque esso sia, val bene una pinta


Quando il tassista si ferma, soddisfatto, davanti ad una parruccheria per uomo ti chiedi perché, sopratutto se ti sei sparato due ore di volo a zonzo per l’Europa, due di autobus sulle scorrevoli autostrade dei paesi bassi, e principalmente se al posto del coiffeur pensi di trovarci l’ostello che avevi prenotato.
Eppure l’indirizzo corrisponde, e così la via (dal nome impronunciabile).
Dunque il viaggiatore scende col suo carico di zavorra pesante. E, perpelsso, scruta attorno.
Non sembra essere cambiato molto dall’ultima volta.
Il freddo pungente (era d’ottobre, è di giugno), il Susie Saloon pieno di gente d’ogni tipo, le paperette che scivolano seguendo la corrente lenta del canale, e dall’altra parte del ponticello gli avventori che bivaccano davanti al greenhouse.
Un film già visto.

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