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Il senso delle cose di Feynman

 

Ci sono gli uomini, i grandi uomini. E poi ci sono i giganti. Uno di questi è indubitabilmente Richard Feynman.

 

“Le idee che voglio descrivere non sono certo nuove; questa sera non dirò praticamente nulla che non fosse patrimonio dei filosofi del diciassettesimo secolo. Perché ripeterle, allora? Perché ci sono nuove generazioni che nascono ogni anno; perché nel corso della sua storia l’uomo ha sviluppato grandi idee, ma queste non durano se non vengono di proposito trasmesse con chiarezza da una generazione all’altra.” [p.14]

“Insieme a questo potere di fare nuove cose non abbiamo ricevuto un libretto di istruzioni che ci dica come usarlo, se per il bene o per il male; il risultato sarà buono o cattivo a seconda di come verrà usato. Migliorare la produzione è un’ottima cosa, ma non bisogna dimenticare i problemi legati all’automazione. Siamo tutti contenti dei progressi della medicina, ma ci preoccupiamo dei tassi demografici, e del fatto che non si muore più delle malattie che abbiamo debellato. E addirittura gli scienziati, forti della conoscenza dei batteri, lavorano in segreto come pazzi per creare malattie per cui nessun altro possa mai trovare una cura. Siamo tutti contenti dello sviluppo del trasporto aereo, e affascinati dai grandi aeroplani, ma rabbrividiamo al pensiero delle devastazioni prodotte dalla guerra aerea. Ci compiaciamo della possibilità di comunicazione tra nazioni diverse, ma ci preoccupiamo di poter essere spiati con tanta facilità. È eccitante poter finalmente viaggiare nello spazio; senza dubbio avremo qualche guaio anche lì. Il più noto di questi squilibri è lo sviluppo dell’energia nucleare e i problemi che ovviamente comporta.” [p.16]

“Non si può capire la scienza (e la relazione tra la scienza e qualunque altra cosa) se non la si riconosce e si apprezza per quello che è: la grande avventura dei nostri tempi. Non potete dirvi cittadini del nostro tempo se non sentite quanto è meravigliosa ed esaltante questa avventura.” [p.19]

“Quello che al nostro occhio miope sembra immobile è una danza selvaggia” [p.22]

“Questa libertà di dubitare è fondamentale nella scienza e, credo, in altri campi. C’è voluta una lotta di secoli per conquistarci il diritto al dubbio, all’incertezza: vorrei che non ce ne dimenticassimo e non lasciassimo pian piano cadere la cosa.” [p.37]

“Ammettere di non sapere, e mantenere sempre l’atteggiamento di chi non sa quale direzione è necessario prendere, ci dà modo di variare, di riflettere, di scoprire cose nuove e di avanzare nella conoscenza di noi stessi, per riuscire a fare quello che veramente vogliamo, anche quando non sappiamo cosa vogliamo.” [p.43]

“…l’unica speranza per un progresso dell’umanità in una direzione che non ci porti in un vicolo cieco (come già tante volte è successo in passato) risiede nell’ammissione dell’ignoranza e dell’incertezza. Io dico che non sappiamo quale sia il significato della vita e quali i giusti valori morali, e non abbiamo modo di sceglierli.” [p.44]

“Che grande avventura contemplare l’universo, al di là dell’uomo, contemplare come sarebbe senza l’uomo, così com’è stato per quasi tutta la sua lunga storia, e quasi ovunque! Raggiungere finalmente questa visione obiettiva, apprezzando appieno il mistero e la maestà della materia, e poi puntare di nuovo la lente sull’uomo, visto come materia, guardare la vita come parte di questo profondo mistero universale, è un’esperienza rara ed esaltante.” [p.48]

“Forse la dittatura sta facendo qualche progresso e si avvicina un po’ alla confusione della democrazia, e la confusione democratica forse somiglia un po’ di più ad un sistema dittatoriale.” [p.57]

“Abbiamo migliaia di anni alle spalle, e un tempo indeterminato davanti a noi, un futuro pieno di rischi e di opportunità. Già è successo che il cammino dell’uomo si sia arrestato perché le sue idee vennero soffocate; l’umanità è rimasta incastrata per lunghi periodi, e noi non possiamo tollerarlo. Spero che le generazioni future vivranno nella libertà: libertà di dubitare, di sviluppare nuove idee, di continuare nell’avventura di scoprire nuovi modi di fare le cose, di risolvere i problemi.” [p.65]

 

 

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