Cristina Marconi
Cristina Marconi, giornalista, vive a Londra. Con “Città irreale” (2019, Ponte alle grazie) esordisce nella narrativa e viene presentata al Premio Strega da Masolino D’Amico.
Quando accade, quando un’idea, l’Idea, giunge e prende forma, si rappresenta nel suo immaginario, pronta ad essere modellata per diventare una storia, che sensazione si prova?
Una gran voglia di correre a scrivere prima che qualcosa di quell’intuizione si perda. Una smaniosa serenità, direi.
La consapevolezza che la parola appena scritta costituisca la conclusione di un racconto è evidente o necessaria?
Evidente. A un certo punto si raggiunge un senso di compiutezza e di appagamento e solo allora si può fare un passo indietro. Staccarsi dal testo prima di quel momento sarebbe imprudente.
C’è stato, nel suo percorso di vita, netto e distinto, un momento di scelta in cui ha affermato a se stessa “devo scrivere?”
Ho sempre scritto moltissimo, ma come giornalista. Pensavo mi bastasse, e invece quando è nata mia figlia ho avuto il desiderio di tornare a una scrittura più personale e complessa, come quando ero molto giovane.
Lo stile è un passaggio che ciascun autore percorre, può in qualche modo divenire un vincolo?
Se è uno stile e non una posa, lo vedo più come un grande strumento di libertà.
In quale misura crede che la letteratura oggi riesca ad incidere nella società e con quale forza lo scrivere costituisca un gesto politico?
Creare bellezza e portare avanti una riflessione sul presente sono gesti politici, soprattutto se si evitano i luoghi comuni e l’eccesso di intimismo. L’Italia è un paese che vuole storie e spunti di riflessione, io resto ottimista sul ruolo della letteratura.
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Massimiliano Città
Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (chè Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile di nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente. Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto «Delirio di un Assassino», inserito nella raccolta “Lost Highway Motel”. Ha pubblicato «Keep Yourself Alive» (2009, Lupo Editore), «Tremante» (2018, Castelvecchi) «Rumori» (2017, Bookabook), «Incisioni» (2023, L’Erudita) e «Agatino il guaritore» (2024, Il ramo e la foglia). Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui «Cinque domande, uno stile».