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La variante di Lüneburg di Maurensig

– Paolo Maurensig, 2003 – Adelphi – pp. 158 – € 12,00.


Gioiello della letteratura italiana degli ultimi anni. Per stile, storia e scrittura. Una vicenda che ruota attorno alla scacchiera, ma che nel profondo mostra i segni dell’animo turpe di una generazione colpevole di abominio.
Nella Germania nazista, un gerarca ”tiene per sé“ un prigioniero ebreo sol perché lo considera al suo livello nel gioco dei Re. La posta non è la vittoria ma la salvezza degli internati nei campi di sterminio che inconsapevoli, vengono estratti a sorte e messi in palio. Se il gerarca vince verranno giustiziati, altrimenti avranno salva la vita.

«Ogni scelta implica, di per sé, l’abbandono di tutte le alternative. Se non fossimo costretti a scegliere, saremmo immortali.»
«Tutta la mia vita, gli accadimenti piccoli e grandi, le gioie e le afflizioni susseguitesi in essa, tutto galleggia come sopra una sorta di stagnante e nebulosa superficie, dove non sempre le cose stanno nel punto in cui si rivolge loro lo sguardo, dove nulla è chiaro o conseguente, o logico, o semplicemente collegato ad altre cose, dove nulla ha confini precisamente delineati o forme completamente percettibili»
«solo diventando insensibili, infatti, potevamo sperare ancora di mantenerci in vita; così, a un certo punto, il dolore smise di crescere, come l’acqua di un invaso che abbia raggiunto l’apertura
di sfogo e il cui livello, benché alla fonte essa continui a sgorgare con veemenza, rimanga comunque identico.»
«esiste nella nostra mente una sorta di confine che nella vita (intendo dire: nella vita di tutti i giorni) ci manca sempre lo stimolo necessario a raggiungere, ma superato il quale tutto si fa possibile.»
«Quando varcavo quella soglia diventavo invincibile. Nulla mi sarebbe potuto accadere.»

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