L’estetica musicale del ‘900 di Garda
In questo testo, edito da Carocci, Michela Garda affronta le contraddizioni, le evoluzioni e le involuzioni del secolo più musicalmente complesso, con particolare attenzione al rimescolamento che ha caratterizzato l’opera musicale e il suo divenire concetto. Se ancora, esso stesso, sia valido nella definizione.
Eppure…
La musica in quanto essenza viva, così come ogni essere, non è il risultato di ciò che la compone, di una serie più o meno radicalizzata, degli spazi occupati sonoramente, delle scelte strumentali, tecnologiche o acustiche che siano; la musica è divenire di quegli elementi, è mutazione, trasposizione spaziale, temporale e sensoriale. L’essere dell’opera musicale è nel suo risuonare, nel suo venir fuori dal silenzio concettuale.
[M.C.]
Massimiliano Città
Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (chè Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile di nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente. Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto «Delirio di un Assassino», inserito nella raccolta “Lost Highway Motel”. Ha pubblicato «Keep Yourself Alive» (2009, Lupo Editore), «Tremante» (2018, Castelvecchi) «Rumori» (2017, Bookabook), «Incisioni» (2023, L’Erudita) e «Agatino il guaritore» (2024, Il ramo e la foglia). Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui «Cinque domande, uno stile».