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Massimiliano Città Posts

Suonavamo bene – I cap.


Me ne sto qui seduto a rimestare nel passato. È quello che più so fare, non credo di produrre danni collaterali a starmene seduto, non penso di smuovere coscienze a rimestare indietro nel tempo, né di sconvolgerne altre. Viaggio sulla linea della memoria, salto, ritorno, riprendo, e talvolta riperdo. Forse più di alcune volte, forse mi ritrovo a perdermi ripetutamente, e forse è il prezzo che bisogna pagare per sentirsi legati a qualcosa, ancora per un po’.
Rimango qui seduto davanti ad un led lampeggiante che attende senza sapere perché. Da parte mia resto in attesa di scorrere quel filo fino a quando le parole lo rendano vivo agli occhi.
E non sempre accade.
Ci sono sensazioni che sai bene d’aver vissuto e proprio per quella intima consapevolezza tendi a nascondere a te stesso. Niente pantomime, niente inganni, né menzogne, sai benissimo com’è andata a finire e non vale la pena ripetere. Altre occasioni invece vorresti che fossero lì, nuovamente vive ai tuoi occhi, cariche di profumi e suoni, e nulla importa se i colori sono sfuocati nella tua mente.

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Afrodite

Prendi, questo è tutto ciò che ho: un’anima di ripiego utile all’occorrenza. Prendi, questo è tutto ciò che vuoi: un uomo di ripiego utile all’occorrenza.

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Manè


“Se parli di Pelè a un vecchio brasiliano
questi si toglie il cappello per un senso di devota gratitudine.
Se gli parli di Garrincha,
il vecchio si mette a piangere.”
detto brasiliano.

Sulla spiaggia di Rio soffia un vento imponente. È difficile tenere gli occhi aperti, la sabbia li bombarda d’improvviso, senza difese. Come piccole schegge impazzite i granelli vanno e vengono, e ruotano attorno e tu non sai come fermarli. Credi per un attimo d’averli in pugno, di poterli in qualche modo afferrare, ed ecco che scivolano via, pochi passi oltre il tuo.
Meglio lasciare chiusi gli occhi per evitare di scorgere l’opera del tempo che ha devastato impietosamente quelle corse. Meglio stringersi forte al ricordo per non sentirsi devastato nello spirito. Meglio assaporare con gusto una bottiglia di ottimo cachaça. Quella sì puoi tenerla a bada. Vicina a te, senza nessuna angoscia, né dubbio, che in qualsiasi istante possa tradirti. Rimane fedele, magari svuotata d’energia, ma pronta a tirarti su.
Meglio chiudere gli occhi e tornare a ricordare.
Li sento ancore urlare.

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Un diamante senza luce

Credevano di essere degli dei, loro. Credevano che tutto gli fosse concesso. E non facevano altro che atteggiarsi. Mossettine e pettinature da idioti. Questo riuscivano a mettere insieme e null’altro. Eppure inchiostri a palate su quel gruppo, sulle rinnovate, sperimentali e ardite rivoluzioni sonore e cazzate d’altro tipo, questo scrivevano. Senza nessuno che fosse in grado di rendersi conto della verità.
Sono i giornali che costruiscono i fenomeni.
Ve lo dico io.
Sono i giornali che imbastiscono crisi economiche, e mettono in piedi governi fantoccio, e organizzano guerre lampo da sbattere in prima pagina e nascondono stragi e mostrano le loro interessate verità. I giornali e chi gli sta dietro a tessere le fila delle nostre quotidiane esistenze. Sono i giornali che pompavano quel gruppo e lo innalzavano a faro delle nuove generazioni.
E poi mi chiamavano musica quella roba là?
Dio santo!

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