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Storie di una strage

 

 

Cliccando sull’immagine sottostante potrete scaricare il PDF del romanzo “Storie di una strage”, buona lettura.

Racconta la vicenda nota come “la strage del pane” e la racconta attraverso le voci di chi, sul selciato di quella strada, ha smesso di combattere, soffrire, lottare, per un’idea, per un amore, per un lavoro, o più semplicemente, per un pezzo di pane, seppur raffermo.
Le figure che ho tratteggiato sono le vittime di quell’eccidio. Uomini, donne, bambini, dei quali ho voluto immaginare il vissuto precedente al loro ineluttabile appuntamento con il destino. Sono le vittime inconsapevoli di quella efferata strage di Stato, figure minori, cui nessuno ha mai dato voce, perché una voce così roboante da esser sentita intorno non l’hanno mai avuta. Sono immagini, idee, speranze e delusioni imprigionate nei corpi degli ultimi, in una Palermo ancora stordita dalle bombe, prostrata a terra con le labbra sulla polvere.
Una Palermo, forse ancora ingenua, che scorge gli americani come reali liberatori, senza rendersi conto dell’ennesima invasione di cui è vittima. Qualche passo oltre verrà serrata dal morso letale dell’accordo mafia-liberatori. Ripercorro quei giorni d’ottobre del 1944 attraverso gli occhi e le voci della gente che, seguendo la scia di una rivolta popolare – come sempre cavalcata da chi ha avuto interessi superiori e non a seguito di un sentimento di solidarietà reale per la miseria che chiede di non esser più tale – si accalca davanti ad un portone, invocando pane e dignità, che spesso costituiscono la medesima e disattesa richiesta.
L’esercito regolare di un’Italia ancora da costruire si avventerà contro qualche contestatore armato di voce, rabbia e mani levate al cielo ad imprecare. Quello stesso esercito non esiterà a sparare sulla folla, ad altezza d’uomo, lanciando perfino granate.

 

 

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Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (chè Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile di nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente. Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto «Delirio di un Assassino», inserito nella raccolta “Lost Highway Motel”. Ha pubblicato «Keep Yourself Alive» (2009, Lupo Editore), «Tremante» (2018, Castelvecchi) «Rumori» (2017, Bookabook), «Incisioni» (2023, L’Erudita) e «Agatino il guaritore» (2024, Il ramo e la foglia). Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui «Cinque domande, uno stile».

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