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Suttree di McCarthy

– Cormac McCarthy, 2009 – Einaudi – pp. 560 – € 23,00.

In Suttree McCarthy (nella traduzione di Maurizia Balmelli) ci trasporta lungo le rive fangose e oscure del fiume Tennessee, immergendoci in un universo di solitudine, miseria, desolazione e bellezza.
La vicenda segue le orme di Cornelius Suttree, un uomo emarginato che sceglie volontariamente di vivere ai margini della società, abbandonando lo stereotipo di una vita banale figlia di azioni e gesti ripetuti. Attraverso lo sguardo disincantato di Suttree, ci addentriamo in una città (metafora del mondo) in rovina, dove si intrecciano destini segnati dalla violenza, dalla povertà e dalla disperazione. In un caleidoscopio di figure pullulanti di vita, McCarthy delinea con sapienza i ritratti dei personaggi che popolano quest’ambiente decadente, donando loro profondità.
Suttree è un protagonista complesso e affascinante, un’anima inquieta che cerca un senso di appartenenza in un mondo corrotto. McCarthy ci proietta sulle tormentate riflessioni, sulle ambizioni fallite e sul suo percorso interiore. Il personaggio si staglia come una figura tragica, che attraversa le pagine del romanzo con una presenza magnetica, lasciando un senso di empatia.
Suttree è un romanzo che va al di là della mera trama, poca cosa in verità, senza grandi sussulti o sconvolgimenti di sorta, attingendo alle profondità dell’animo umano e svelando la lotta costante tra la speranza e la disperazione. Un invito a riflettere sulla fragilità dell’esistenza e sulla ricerca di senso in un mondo in cui la bellezza può emergere persino dalle situazioni più oscure. Perchè è “dal letame che nascono i fior”.

Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (chè Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile di nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente. Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto «Delirio di un Assassino», inserito nella raccolta “Lost Highway Motel”. Ha pubblicato «Keep Yourself Alive» (2009, Lupo Editore), «Tremante» (2018, Castelvecchi) «Rumori» (2017, Bookabook), «Incisioni» (2023, L’Erudita) e «Agatino il guaritore» (2024, Il ramo e la foglia). Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui «Cinque domande, uno stile».

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