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Avere tutto di Missiroli

– Marco Missiroli, 2022 – Einaudi – pp. 168 – € 18,00.


Cosa fareste con un milione di euro in più e vent’anni in meno? Una domanda gioco tra padre e figlio in una Rimini diafana, leggera. Dalle pagine del romanzo viene fuori il fruscio delle carte mescolate, l’odore di liquore dei giocatori seduti al tavolo, il loro tremore, impercettibile non appena il destino serve una buona mano. La difficoltà di tirarsi indietro dal giro quando ci sei dentro.
Missiroli condensa in poche pagine di tenera intensità l’essenza dell’esistenza. L’antico rosario degli abbandoni, che si sgrana ad ogni passo, per ogni addio. Lo fa con una sottile ironia che s’intreccia all’emozione della perdita. C’è il Gabicce, il salto alla Scirea, la mano vincente al tavolo del vizio, quella perdente come in ogni vita che si rispetti. E ci sono il cuore crepato di una madre dolente e il rapido scivolare nel male profondo di un padre che non vorrebbe andar via, com’è proprio d’ogni padre, verso il figlio. 

«Il presentimento buono: non averne. La normalità, il corso dei giorni senza sussulti.»

«E Milano, che confonde i destini dei singoli nella fretta degli altri.»

 

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