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Toni Morrison

«Il fiato della morte era uno straordinario creatore, aveva una grande capacità di mutare le cose e toccare i cuori».

Caratterizzata da prosa potente, originale, poetica e una profonda sensibilità verso le tematiche della razza, del genere e della memoria, Toni Morrison ha lasciato un’impronta profonda nella letteratura recente.

Nata Chloe Ardelia Wofford (dopo il matrimonio assumerà il cognome Morrison) il 18 febbraio 1931, a Lorain, nell’Ohio, Toni Morrison ha trascorso la sua infanzia immersa in una famiglia in cui si era soliti narrare storie di antiche leggende e folklore. Laureata in Letteratura presso la Howard University, ha successivamente conseguito un dottorato di ricerca in Letteratura inglese alla Cornell University. La formazione accademica ha contribuito nel forgiare la sua voce unica e lo sguardo acuto sulla condizione umana.

Ha iniziato come editor nelle fila della casa editrice Random House, dove ha lavorato per diversi anni. Il suo esordio letterario è avvenuto nel 1970 con il romanzo «L’occhio più azzurro» (edito in Italia da Frassinelli), in cui si evidenzia come cifra stilistica l’impegno per le questioni razziali e la complessità della società.

Nel 1995 in un’intervista concessa alla rivista di studi afroamericani Acoma, ha dichiarato: «È importante essere all’altezza, sapere che la mia famiglia, mia nonna, il mio bisnonno, i miei antenati, non gradirebbero che io diventassi una persona privata, disimpegnata, irresponsabile, solo perché sono scrittrice di successo.»

L’opera di Morrison è caratterizzata da una scrittura evocativa, intensa e piena di simbolismo. La sua produzione letteraria comprende romanzi come «Sula» (1973 – in Italia 1991, Frassinelli), «Canto di Salomone», (1977, in Italia 1981, Bompiani, poi in Frassinelli), «Amatissima» (1987, in Italia 1993, Frassinelli – vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa), «Jazz» (1992, Frassinelli) e «Il dono» (2008, in Italia 2009 Frassinelli, di cui potete leggere qui).

Attraverso le sue storie, Morrison esplora i temi dell’identità, del passato, della memoria e del trauma, offrendo una visione profonda e interna sulle esperienze delle persone di colore negli Stati Uniti. È stata la prima donna afroamericana a vincere il premio Nobel per la letteratura nel 1993 con la seguente motivazione:

«Che in racconti caratterizzati da forza visionaria e rilevanza poetica dà vita ad un aspetto essenziale della realtà americana.»

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