Il morso della reclusa di Vargas
Il morso della reclusa – Fred Vargas, 2018 – Einaudi – pp. 440 – € 20,00.
Il commissario Adamsberg scivola fluttuante sull’onda dei suoi pensieri. Mai lineari, mai pensieri veri e propri, ma lampi di intuizione da decifrare. Non da lui. Il principio dell’unione è uno dei fondamenti di questa storia. L’unione della squadra anticrimine di Parigi che guidata dal novello Magellano solca mari sconosciuti e attraversa tempeste dolorose. Il passato ritorna, sotto forma di incubo da filtrare. Eppure, nonostante la scrittura densa e coinvolgente della Vargas, la storia rintraccia il finale ben prima del suo dispiegamento. Si potrebbe dire la fine è nota, e come giallo sappiamo bene che se il lettore riesce ad individuare l’assassino entro la prima metà del testo, tutto il resto perde di forza e credibilità. Rimangono i personaggi, tracciati in maniera molto convincente dalla scrittrice.
Massimiliano Città
Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (chè Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile di nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente. Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto «Delirio di un Assassino», inserito nella raccolta “Lost Highway Motel”. Ha pubblicato «Keep Yourself Alive» (2009, Lupo Editore), «Tremante» (2018, Castelvecchi) «Rumori» (2017, Bookabook), «Incisioni» (2023, L’Erudita) e «Agatino il guaritore» (2024, Il ramo e la foglia). Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui «Cinque domande, uno stile».